intraisass
Letteratura Alpinismo Arti Visive
Sostenitori
Culturali &
Sponsor
BISAZZA
FOCUS
MAUD
SVECOM
EDIGRAF
ZERO8000
NETTRADE
COLLIVICENTINI
Con il patrocinio
C.A.I.MM
COMUNEMM
|
Italian
Version
GO to English Version

RAKAPOSHI HIstory
la
storia
di una delle montagne più
belle
e difficili
del mondo
La storia del RAKAPOSHI è una storia antica
quanto lo sguardo dell'uomo.

Montagna altissima e visibilissima, essa, la MADRE
DELLE NEBBIE, fa parte dell'immaginario di ogni persona,
viandante o abitante, che ha messo l'occhio e il piede nella Valle Hunza
[Nord Pakistan].

Diversamente dal K2 e da altre montagne del Karakoram, la
possente mole del DUMANI è stata
compagna di tutte le genti che hanno vissuto o transitato lungo uno dei
nodi cruciali delle antiche carovaniere che collegano Occidente a
Oriente, varianti della celebre Via della Seta.

La valle sopra cui il RAKAPOSHI domina è armoniosa e possente, per
ricchezza culturale e ambientale. Sede degli antichi regni di Hunza
e Nagar, la sua PARETE LUCENTE
fa da insuperabile contrafforte alla più grande opera stradale costruita
dall'uomo: la Karakorum Highway.

Ma il RAKAPOSHI stesso è tra le
opere più grandi che la natura abbia generato. Montagna larghissima,
quasi 20
km da est a ovest, è l'unica cima della Terra che cade direttamente,
senza soluzione di continuità, senza valli o balze intermedie, per quasi
6000 m dalla cima alla base.

Pochi uomini hanno salito il RAKAPOSHI.
Molti uomini lo hanno sognato.
Primo tra questi, il critico d'arte
inglese William Martin Conway
arrivò nel 1896 per esplorarne le pendici meridionali.
Non trovò alcuna facile via di accesso, ma fu la prima vera spedizione
alpinistica in Karakoram.
Nel 1938 un altro intraprendente
esploratore britannico, Campbell Secord provò ad avvicinarsi alla
grande montagna penetrando da Jaglot, lungo il versante
Ovest e attaccando la lunghissima Cresta NW
fino a quota 5800 [Secord Peak].
Nel 1947 Secord ritornò con uno dei patriarchi
dell'esplorazione mondiale, Bill Tilman
[uno dei più grandi esploratori del XX° secolo, scomparso tra le acque
dell'Antartide nel 1977], per cercare una via alternativa sempre
sullo stesso versante. Dopo aver fatto un tentativo sullo
Sperone SW raggiungendo quota 6200, Tilman
ripercorse la Cresta NW arrivando a
poco più di 6000 m.

L'esplorazione del versante Ovest fu completata nel
1954 da
una spedizione dell'Università di Cambridge guidata dal ginevrino Alfred
Tissières, che dopo aver abbandonato l'ennesimo tentativo sulla
Cresta NW spostò gli sforzi sopra il ghiacciaio di
Kunti, lungo lo
Sperone SW che porta alla Monk's Head (6300 m), la caratteristica
Testa di
Monaco ben visibile sia da nord che da sud. Componenti di questa
fortissima spedizione furono gli austriaci Anderl Heckmair
[il primo salitore della Parete Nord dell'Eiger,
1938] e Matthias Rebitsch [il grande
alpinista precursore dell'arrampicata libera, celebre per il tentativo alla
Parete Nord dell'Eiger nel 1937 e per le vie di altissima difficoltà sulla Parete
Nord del Laliderer e sul Goldkappel] più lo studente inglese George Band
[il più giovane alpinista della spedizione che
scalò l'Everest nel 1953, nonché due anni dopo futuro primo salitore della
terza montagna della Terra, il Kangchenjunga].

Fu proprio dalla Testa di Monaco, raggiunta per lo stesso itinerario
trovato da Tilman, che nel 1958 una
spedizione anglopakistana guidata dal capitano della Royal Navy, Mike
Banks, portò in vetta il capospedizione stesso e il tenente Tom Patey.
A Banks servì la lezione dell'infruttuoso tentativo compiuto nel 1956
a capo di una spedizione angloamericana. I primi salitori toccarono i 7788
metri della vetta senza l'utilizzo di ossigeno supplementare riportando entrambi congelamenti ai piedi e alle mani.

Si dovette attendere quasi vent'anni, nel 1979,
per vedere di nuovo alpinisti attaccare le infinite creste della grande
montagna e raggiungere finalmente la vetta. Partendo dal ghiacciaio Biro una spedizione polacca-pakistana
riuscì a guadagnare la Cresta NW e toccare la cima per un itinerario
lungo quanto il primo, ma molto più impegnativo
[itinerario ripetuto nel 1988
da una spedizione olandese]. Alla spedizione parteciparono due
nomi illustri dell'alpinismo polacco femminile, Anna Czerwińska e
Krystyną Palmowską.

Negli anni Settanta l'attenzione degli alpinisti si rivolse alle grandi
pareti inviolate delle vette più alte del mondo. La
PARETE NORD
del Rakaposhi, estesa per 20 km e caratterizzata da giganteschi speroni,
era ed è una delle pareti più impressionanti che si possono scalare. Nel
1971 e nel 1973 il tedesco Karl Herrligkoffer
[il famoso Herr Doctor, organizzatore della
spedizione al Nanga Parbat del 1970 dove Reinhold Messner perse il
fratello Günther] guidò due
spedizioni alla base dello Sperone Nord, che fallirono per difficoltà
strategiche di fronte alla complessità dell'ascensione.

Fu sempre nel 1979 che l'affilato
Sperone Nord riuscì a una
spedizione giapponese
dell'Università di Waseda guidata da Eiho Ohtani. I sette scalatori
che componevano il gruppo assediarono la montagna per sei settimane
imbrigliando lo spettacolare sperone con 5000 metri di corde fisse
distribuite su sei campi d'alta quota. Ohtani e Matsushi Yamashita
affrontarono un bivacco a 7600 metri prima di attaccare le difficili
rocce della cresta finale. Tre tiri di roccia durisssima, VI e A2, a
7700 metri, si opposero ai due giapponesi prima di raggiungere la cima.
Tornati al bivacco, ci vollero altri due duri giorni per
ridiscendere alla base.

L'ascensione giapponese passò inosservata fino al 1984, quando una
squadra canadese ripeté lo straordinario itinerario strappandolo alle
intemperie. Dopo diverse settimane passate ad attrezzare la via,
inutilmente, gli otto forti e giovani alpinisti decisero di abbandonare
il loro tentativo allo Sperone Nord [in un primo
momento la squadra canadese era partita con l'intenzione di aprire un
nuovo itinerario in piena Parete Nord]. Poco prima di abbandonare
la montagna,
un'insperata finestra di bel tempo fece cambiare repentinamente
programma a Dave Cheesmond,
Barry Blanchard e Kevin Doyle. In sette giorni i tre
scalatori raggiunsero la vetta in stile semi-alpino lasciando un segno
indelebile nella storia dell'alpinismo e nelle pagine di letteratura
scritte dal loro leader, Dave Cheesmond, per raccontare la difficile
ascensione, "una delle grandiose scalate himalayane moderne", definita
dal fuoriclasse Barry Blanchard "la cresta Cassin dell'Himalaya". Un
tentativo di ripetere l'ambito itinerario da parte di una spedizione
slovena fallì nel 1987.

Nel 1985 la vastissima
PARETE NORD ricevette un'altra importante
visita da parte di un forte team austriaco guidato da Edi Koblmüller.
Mirarono allo sperone di sinistra della grande parete, lo
Sperone Nord
dell'Anticima Est, sul quale tracciarono un altro superbo itinerario.

A vent'anni da quelle imprese la PARETE NORD
del Rakaposhi nasconde ancora molte incognite e sfide per il futuro
dell'alpinismo. Nonostante centinaia di alpinisti si accalchino sulle
normali degli Ottomila, nonostante la povertà di idee di sguardo e di
etica faccia sempre più sembrare un miraggio l'evoluzione
dell'alpinismo in quanto esplorazione, dentro e fuori di noi, nonostante
molti ne parlino male e pochi scrivano bene, l'alpinismo contemporaneo ha
ancora vie non battute e poli da scoprire.

Uno di questi è lo Sperone NW, lo sperone
più lungo del mondo, ancora non percorso.
Questo è il nostro RAKAPOSHI DREAM
>>>
|
RAKAPOSHI 7788 m -
KARAKORAM - PAKISTAN |
>>> Presentazione
FLASH
+
F11
<<<
©
HISTORY CREDITS
Leo Klimmer, Manfred Schäfer
Google Image Search
www.w2c.com
www.peterlanger.com
www.k2climb.net
HIMALAYA STILE ALPINO - Andy Fanshawe, Stephen Venables - Vallardi 1996
MONTAGNE D'ISLAM - Vertical Rock - N° 20 janv./fév. 2002
^
up ^
|