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ALTA VIA DEL GRANITO
20 maggio 2005
Testo di Maurizio ICE Caleffi
Foto di "Un sacco di gente"
Malga
Sorgazza
From FERRARA to THE MALGA - Una storia alpina

La domanda che più spesso ci sentiamo fare
è la seguente: «Ma come hanno fatto due ferraresi come voi ad
arrivare qui in Sorgazza?»
In effetti può sembrare strano che due cittadini decidano di cambiare
vita così radicalmente. Chi ci conosce da tempo sa però che nel nostro
cuore questo sogno alloggiava già da quando eravamo dei ragazzini.
Alla soglia dei quaranta passati, quando ormai non ci credevamo più, la
vita ci ha riservato una possibilità: a fine 2003 un nostro caro amico
ci comunicò che la malga si stava liberando e così, quasi senza crederci
abbiamo chiesto un appuntamento al sindaco di Pieve Tesino.
Ci andò bene e dopo poche settimane ci confermarono che potevamo
considerarci i nuovi gestori.
Non sto a raccontare il trasloco, fatto in pieno inverno… un inverno che
sembrava non finire mai!
Dal 1° aprile 2004 ci accampammo definitivamente nella nuova dimora.
Accampati!!!…. tutto quello che abbiamo deciso di portarci dietro era
dentro a centinaia di scatoloni.
La prima sera ci sembrava di essere al calduccio con soli nove gradi,
chissà quanti fuori (!?), ma con il ghiaccio all'interno degli infissi.
Non avevamo l'acqua e non l'avremmo avuta per almeno venti giorni!
Quando dicono quanto importante e preziosa sia, non ci si crede: bisogna
starne senza solo un giorno, per accorgersi del grande dono di girare un
rubinetto ed averne a disposizione tutta quella che serve! Quella per il
mangiare la raccoglievamo in taniche dalla fontana di Passo Forcella, a
dieci chilometri di distanza; la rimanente dalla grondaia del tetto,
goccia dopo goccia, visto il gran freddo che ci lasciava poche ore a
disposizione per il disgelo.
La stufa economica bruciava di tutto: la legna raccolta in giro, alcune
vecchie panchine distrutte dal tempo, vecchie mobilie lasciate
all'esterno della malga.
Spesso il fumo inondava l'unica stanza riscaldata, a causa di
un'istallazione provvisoria e non del tutto efficiente. Il camino
infatti non era disponibile in quanto avevamo deciso di modificarlo e
rifarlo in base alle nostre esigenze.
Avevamo un primo obbiettivo da raggiungere: farci trovare pronti per
l'importante appuntamento della gara scialpinistica di Cima d'Asta.
Era, a nostro modo di vedere, il miglior modo per presentarci alla gente
del luogo.
L'incubo acqua si risolse miracolosamente solamente il giorno prima
della gara; i rubinetti videro uscire le prime gocce del prezioso
liquido dopo giorni di tentativi. Io urlavo di gioia come se avessi
trovato il petrolio!
Servimmo caffè fatto con la moka, in quanto il bar era ancora un mucchio
di cartoni da aprire e sistemare, vino spillato da una damigiana e
cappuccini che in realtà erano dei minuscoli caffelatte.
La gente tutta apprezzò il nostro sforzo e soprattutto il fatto che
finalmente potevano contare di un minimo di appoggio logistico: gli anni
precedenti la vecchia gestione teneva il locale chiuso.
Quel giorno conoscemmo i primi nuovi amici di questa nostra nuova vita;
amici speciali, sinceri, importanti… amici con la A maiuscola!
L'inverno finalmente mollò la presa e quando l'erba prende il posto
della neve tutto sembra più facile: cominciarono le visite dei turisti
ed arrivarono qui in valle altre persone molto importanti per la nostra
permanenza in Sorgazza.
Erano i simpatici gestori del Rifugio Brentari a Cima d'Asta, i nostri
“vicini del piano di sopra”.
Quasi tutte le sere ci sentivamo via radio e fra noi si allacciò un
ottimo rapporto, non solo di amicizia, ma anche di collaborazione
professionale.
Dobbiamo confessare che quando, a fine stagione, Ruggero e Micaela
(questo il nome dei gestori del Brentari) scesero a valle, chiudendo il
rifugio, io e Carla ci sentimmo un po' più soli, consapevoli dell'inverno
che stava arrivando.
Già… l'inverno!! Era l'ultima prova che ci aspettava, la più difficile,
quella con il maggior numero di incognite.
Ci sarebbe bastata la legna che avevamo faticosamente accatastato tutto
intorno alla malga?
L'acqua si sarebbe ghiacciata?
La valanga del Boalon se ne sarebbe stata buona buonina sui pendii di
Cima Costabrunella o sarebbe scesa condannandoci ad un isolamento
forzato?
Il vecchio “Scudiello”, unico ed eroico mezzo di trasporto in nostro
possesso, avrebbe retto ai rigori invernali e sarebbe stato in grado,
malgrado le sole catene, di arrancarsi lungo la stradina spesso
innevata?
Bene: ora siamo ad aprile, ed un anno è passato da quando con i sacchi a
pelo passavamo le prime notti nella nostra malga.
La legna è bastata, l'acqua non si è ghiacciata (ma per un pelo!!), lo
“Scudiello” ancora va in moto (fa solo un po' più di fumo!) e la valanga
se n'è stata buona al suo posto.
Senza il minimo di retorica vi assicuro che io e Carla siamo contenti di
aver raggiunto questo primo traguardo e mai ci siamo pentiti della
scelta fatta!
Con noi la compagnia dei nostri due gatti e del Bepi, meraviglioso (e
testardo!!) esemplare del migliore amico dell'uomo.
Ringraziamo i vecchi amici di Ferrara che ci hanno donato molte visite e
i nuovi di Pieve e dintorni che hanno reso ancora più entusiasmante la
nostra avventura.

Maurizio e Carla
Maurizio ICE Caleffi
Malga Sorgazza, Pieve Tesino
Tel. 3462304405
Aprile 2005
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